È l’olio d’oliva, (salute e) bellezza!

Olio di olivo: un'ingrediente prezioso sia per la tavola che per i cosmetici.

Aprile 7, 20205 Minutes

L’olio d’oliva può essere indubbiamente considerato un prezioso alleato per la salute e la bellezza in tutte le sue forme.

L’olio d’oliva è estratto dalle olive, ovvero i frutti dell’olivo o olivo (Olea europaea). Qual è la differenza tra il semplice olio d’oliva e le tipologie vergine ed extravergine? Le ultime due prevedono la spremitura meccanica a freddo delle olive, la prima è un mix di oli di oliva raffinati e oli di oliva vergini. Ne consegue che l’olio d’oliva possieda un’acidità (la percentuale di acido oleico) superiore all’olio vergine e ancor più all’extravergine, valore inversamente proporzionale alla qualità del prodotto.
Ciò che distingue il vergine dall’extravergine sono poi alcuni parametri di qualità superiore (acidità, indicatori di ossidazione e caratteristiche organolettiche), più restrittivi nel secondo.

Un po’ di storia

Originario della Siria, nacque circa 6 mila anni fa come specie vegetale selvatica e fu poi trasformata in specie domestica. Gli egizi lo utilizzavano per rendere la pelle più morbida e i capelli più lucidi. Cleopatra lo cospargeva su corpo e i capelli, come suo ufficiale elisir di eterna bellezza e giovinezza.

Simbolo di pace e spiritualità, forza e energia, giunse nell’Antica Grecia per essere consacrato dalla dea Atena. La mitologia greca narra infatti che quest’ultima fosse in lotta contro Poseidone per il controllo di Atene e che vinse la sfida proprio perché, tra i due, offrì alla città il dono più utile, l’ulivo anziché l’acqua marina. Corone di ulivo e ampolle di olio d’oliva cominciarono a divenire i premi per i soldati vincitori; la preziosa sostanza venne utilizzata come unguento per scaldare i muscoli degli atleti e indebolire contemporaneamente la presa degli avversari. Nel bagni pubblici si era soliti portarla per massaggiarsi dopo le abluzioni e anche le donne greche lo prediligevano per gli impacchi per i capelli.

Le virtù dell’olio d’oliva giunsero così ai romani e confluirono in sapienti tecniche cosmetiche in grado di sfruttare le sue proprietà lenitive, nutrienti, idratanti ed emollienti. Olii e unguenti venivano utilizzati dopo il bagno, sulla pelle umida. Plinio il Vecchio, nella sua Naturalis Historia, raccoglie numerose informazioni sui profumi contenenti olio d’oliva, facendo riferimento al medico e farmacista greco del I sec. d. C. Pedanio Dioscoride (che eligeva a varietà adatta alle essenze solo l’onfacium, un olio ottenuto dalla spremitura delle olive verdi e acerbe di fine agosto-inizi autunno, privo di odore e limpido).

All’epoca non era d’uso la distillazione, quindi Plinio e Dioscoride parlano di macerazione a caldo in olio e acqua, metodo utilizzato per estrarre il profumo dai vegetali. Radici, foglie, arbusti, muschi e fiori venivano posti in giare aperte di terracotta e coperti con olio d’oliva e acqua piovana, poi interrati nella sabbia calda fino all’altezza del collo della giara per un periodo massimo di cinque giorni. Quando la temperatura raggiungeva i 60°, gli oli essenziali salivano in superficie assieme all’olio d’oliva, sino a completa evaporazione dell’acqua. Poi il composto veniva filtrato e si aggiungevano sia un pizzico di sale per preservare le proprietà dell’olio sia un po’ di resina per fissare meglio l’aroma del profumo.
Le schiave specializzate in cosmesi e bellezza, che potremmo considerare antenate delle moderne estetiste e cosmetologhe, erano le cosmetae: abili nella preparazione di cosmetici, soprattutto a base di olio d’oliva (come la ceretta, che nacque nell’Antica Roma, grazie a un mix che lo vedeva abbinato a varie sostanze tra cui la resina).

Il Medioevo lo relegò all’ambito medico e non prestò molta attenzione alla bellezza fisica, fino a una ripresa nel periodo rinascimentale. Poi un nuovo arresto e finalmente il consolidamento dell’industria cosmetica da fine ‘800 ai giorni nostri.

Simbolo dell’alimentazione, della cosmesi naturale e della spiritualità, l’olio d’oliva è bellezza autentica, consacrata da artisti, poeti e letterati nei secoli. Ne sa qualcosa, per esempio, il maestro pugliese Antonio Zurlo, che nella sua bottega situata nel centro storico di Ostuni (Brindisi) crea preziosi manufatti in legno d’ulivo che fanno rivivere la storia di questa pianta attraverso forme uniche e stravaganti.

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